Stiamo vivendo nella paura.
Negli ultimi due anni abbiamo mangiato pane e paura, paura di tutto: malattie, morte, futuro, perdita di lavoro, privilegi, cose. Tutto, intorno a noi, ha raccontato di paura. Ci stiamo abituando a vivere nella paura talmente bene che non ce ne rendiamo conto. Se per strada, per le nostre strade, ci fossero carrammati e bombe e soldati ci sentiremmo legittimati a dire Ho paura perché c’è il nemico che mi vuole uccidere, invece, il nemico in carne e ossa non c’è, qui da noi non c’è, quindi non la riconosciamo neanche la nostra paura, che dissimuliamo con svaghi di mente e intontimenti fulminei: una pizza, una passeggiata (continuando a parlare della paura nascosta), sguardi sul web. Invece, è lì la paura, intorno a noi e dentro di noi, che si aggira come la peste del Manzoni a modificare il nostro modo di vivere una normalità che non è la stessa di prima, ma a cui non riusciamo più a dare un nome.
Nessuno ha una soluzione per uscirne, in questo momento. Nessuno si sta facendo profeta per gli altri. Ognuno profeta di sé. Ma come?
Il mio personale e più prezioso bene ha un nome: libertà. Non quella di movimento nello spazio e neanche di azione, quella ce l’hanno tutti, qui da noi, in questo fetta di polenta di civiltà occidentale fintamente sicura. Non quella. La libertà di trovare la bellezza e un senso anche nel senza: senza una persona cara, a cui abbiamo voluto tanto bene, senza un oggetto o un cibo, senza un vestito, senza il tempo di stare con gli altri, senza il futuro, senza. Eccola la libertà. Respiro e sento la libertà di essere, solo per il fatto di essere un essere umano e di esistere. Una postura di vita. Stare con la schiena dritta e camminare.
E poi sapere, per certo, per certissimo, di non essere sola in questo mio camminare a schiena dritta, che molte altre persone contrastano la paura con la ricerca di libertà e di bellezza e questo dà la forza. La forza della massa. La forza del gruppo. Se negli anni ’70 la massa era la massa dei lavoratori, ora la massa è quella di chi si vuole sottrarre alla paura. Ognuno per come è capace.
Io lo faccio così: nella libertà e nella forza.