Ho visto un film. Ho visto un film di Jim Jarmush e mi sono incantata per la delicatezza e la bellezza poetica.
La storia si sviluppa in una settimana. Il protagonista, Paterson, è un autista di autobus in una cittadina (Paterson) del New Jersey e conduce una vita abitudinaria, forse monotona, fatta di abitudini e di un rapporto affettuoso con la moglie, Laura, e il cane, Marvin.
Paterson scrive poesie, su un taccuino, prima di iniziare il turno di lavoro, e in uno sgabuzzino di casa, tappezzato di libri. Mentre lavora, ascolta le chiacchiere di coppie di passeggeri, così che chi guarda entra in una storia all’interno della storia. La moglie, creativa e ossessionata dal nero e dal bianco, ama le sue poesie e lo spinge e pubblicarle; alla fine Paterson promette di andare in copisteria ma…
Ci sono alcuni elementi che mi porteranno a conservare il film nella mia memoria.
Il fatto che non succeda quasi nulla. Ci sono solo due punti in cui, mentre guardavo, ho pensato: sta per succedere qualcosa, e infatti succede, ma non con le conseguenze che mi immaginavo.
La relazione tra marito e moglie è affettuosa, ricca di attenzioni e tenerezza, di ascolto. Una relazione semplice tra marito e moglie, che mi ha fatto capire quanto sia abituata, anche nei film, a rapporti interpersonali complessi e intrecciati.
La mansuetudine con cui i protagonisti accettano gli imprevisti. Non urla, non piagnistei, la presa d’atto di qualcosa che è andato diversamente dal previsto e che ha portato anche sconforto, o disorientamento ma non ribaltamento dell’ordine delle cose.
La magia dell’incontro finale, che chiude la storia.
L’importanza della poesia, di una poesia che racconta il quotidiano. Una prospettiva da cui guardare il mondo, portata da una persona normale che fa una vita normale.
Quest’ultimo punto ha particolare forza. Ridona alla normalità uno spessore che a volte rischiamo di perdere. I momenti che Paterson si prende per guardare il mondo scrivendo poesie sono i puntelli su cui costruisce la sua normalità, che la colorano. Una poesia scritta per sé, senza ricerca di plauso estraneo ed esteriore. Scrivere per sé poesia. E fare una vita normale. Ridurre alla semplicità senza farsene schiacciare. Mettere sotto la lente affetti curati con piccoli gesti, talenti creativi non declamati, godere del racconto delle vite degli altri. Una vita non chiassosa, impreziosita da una normalità dotata di senso in sé.
Cercate questo film, ve lo suggerisco. Per ricordarsi della bellezza anche di giorni uguali a sé ma con valore.
Paterson di Jim Karmush (2016). Con Adam Driver.