Ti racconto

Per sicurezza – Polaroid@2

– Faceva caldo al mare?
– Abbastanza, ma c’era quell’arietta che lo rendeva sopportabile.
– Io non amo andare al mare, ma so che il mare fa bene.
– Ah beh, certo.
– Lei di dov’è?
– Di Mantova.
– E qui per vacanza?
– Una vacanza di lavoro, la mia preferita.
– Davvero ancora lavora?
– Sì, la sorprende? Mi piace lavorare.
– Non è da tutti dire così.
– Lo so.
– Pensavo che avesse nipoti, figli grandi.
– Ho solo una figlia, ma ancora giovane per fare figli,
– Ah.
– Quanti anni pensa che abbia?
– Non so, una sessantina.
– Hmm, un po’ di meno.
– Ah ecco, ed io che mi sono trattenuto. Spero di non averla offesa.
– No, si figuri. Fa sempre piacere sapere di risultare più vecchia del previsto.
– Allora uscirebbe con me?
– Intende a cena?
– Sì, a cena o per un caffè.
– Le piacciono le stagionate?
– Beh, almeno non chiedono prestazioni, sa, magari non riesco…
– Va subito al sodo, vedo.
– Oh no, per carità, solo non vorrei creare illusioni.
– Ma lei quanti anni ha?
– Meno dei suoi.
– E già si preoccupa?
– Mia moglie mi ha lasciato perché non la soddisfavo, capisce?
– Capisco. Così si butta sul sicuro.
– Mi sa che l’ho offesa. Mi scusi, mi suona il cellulare. Pronto, mamma, sì, te l’ho già detto, vengo a pranzo, sì ti porto la biancheria. La spesa l’ho fatta, anche per te, certo, ho preso il latte e due cosce di pollo, per me va bene il pollo, no, non voglio altro, solo un contorno. Va bene, arrivo fra mezz’ora. Mi scusi, era mia mamma, sa, è anziana. Allora va bene per la cena? Ma dove va? Dove corre? Scusi, l’ho offesa?

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