Sto leggendo Tutto è possibile di Elisabeth Strout.
Il secondo capitolo della raccolta di racconti, che nell’insieme costruiscono il romanzo, racconta, tra le tante cose, della vita di un coppia, che ha vissuto insieme per otto anni e che non ha avuto una vita sessuale, perché il marito, da piccolo, era stato più volte stuprato dal patrigno. E quando l’uomo, che si chiama Sebastian, comprende che sta nascendo un amore con Patty, glielo dice, le dice che non potrà avere rapporti sessuali perché non ci riesce. «Ti amo Patty, ma io non posso farlo. Non posso e basta, vorrei riuscirci, ma non è possibile. E lei aveva commentato: – Non importa. Lo detesto anch’io.».
Questa frase mi ha portato a riflettere sull’importanza del sesso in una coppia, e della possibilità di condividere una vita in armonia in due anche senza di esso. Ciò che ancora più mi interessa, è il fatto che la possibilità per Sebastian e Patty di vivere come amici è portata dall’autrice senza commento, né giudizio. È una possibilità che nella loro storia è un dato di fatto, non messo in discussione.
«Sdraiati nel letto matrimoniale si tenevano per mano e non si spinsero mai oltre. Spesso, soprattutto i primi anni, lui faceva bruttissimi sogni e buttava di lato le coperte ed emetteva uno squittio, un suono spaventoso. Patty notò che quando succedeva era eccitato e aveva l’accortezza di toccargli solo le spalle, finché non si calmava. Poi gli massaggiava le tempie. «È tutto a posto, amore», gli diceva sempre. Sebastian fissava il soffitto, stringendo forte i pugni. Grazie, diceva. Si voltava verso di lei e le diceva, Grazie, Patty.»
Non voglio qui parlare del tema complesso della sessualità all’interno di una convivenza in due, quanto del quadro che la Strout descrive di una vita di coppia che trova un proprio modo di esistere, al di là di quello che sarebbe giusto fare o di quello che gli abitanti della cittadina in cui vivono, Amgash, pensano. Cosa è amore non lo sappiamo se non quando troviamo un modo di vivere che è personale e condiviso con le persone che ci stanno più vicino e questo è difficile, poiché tendiamo a vivere l’amore di coppia, seguendo le orme della famiglia di origine, o secondo la morale o le usanze del paese o quello che si presume si debba fare. Ora che stanno cadendo alcuni schemi sociali di coppia del passato, la scommessa, secondo me, è avere l’ardire di vivere in coppia come si sente giusto fare, nel rispetto unicamente di se stessi e del proprio compagno o compagna. Questo chiede comunicazione, ricerca, onestà, fiducia, stabilità, e anche ironia e leggerezza.