È quello che stiamo facendo ancora, quando ci incontriamo, ci raccontiamo come abbiamo vissuto in questi mesi, che cosa abbiamo o non abbiamo fatto, ci raccontiamo ansie, paure, conquiste, cambiamenti, scoperte, perdite. Non possiamo non farlo, siamo esseri che narrano, sempre. Come dice lo scrittore Bernard Malamud, le storie ci accompagneranno, finché esisterà l’uomo.
Entrat* nella fase 2 alcune persone gridavano al mancato cambiamento, come se si aspettassero che l’altruismo, la gentilezza e la comprensione divenissero parti radicate di noi. L’illusione aveva prevalso, stiamo cambiando, ma in micro modi a livello individuale; per il macro cambiamento aspettiamo con fiducia.
Se concordiamo nella tesi che siamo esseri che creano e narrano storie, e che ci sono micro cambiamenti in atto, ciò che davvero possiamo provare a fare è scrivere in gruppo, ancora online, chi eravamo prima della chiusura totale, durante e dopo. E, perché no, immaginarci anche nel dopo dopo pandemia, spostandoci nel tempo, in un tempo lungo, tra 5, 7, 10 anni, per creare un’immagine di noi che tenga conto di questo periodo.
Le storie realmente accadute si possono raccontare solo a ritroso e non correndo avanti. Le inventiamo dalla prospettiva privilegiata di un presente in continua evoluzione e raccontiamo a noi stessi come si sono sviluppate.
Siri Hustvedt
Lo faremo trovandoci per cinque incontri (6, 13, 20, 27 e 31 luglio), dalle 18.00 alle 20.00, a partire dal 6 luglio 2020. Scriveremo e racconteremo in streaming, condivideremo gli esercizi fatti a casa, che raccoglierò, per creare un unico documento finale. Quella sarà la nostra storia del Covid-19.
