Facendo alcune domande a persone amiche e familiari, mi sono resa conto che la gioia è vissuta come uno stato emotivo derivante da un elemento esterno: un incontro, il raggiungimento di un obiettivo, vivere nella natura, l’acquisto di un oggetto o un abito, ecc. Nessuno mi ha risposto che vive la gioia indipendentemente da fattori scatenanti esterni, ovvero nessuno mi ha detto che pur vivendo in una situazione non facile prova comunque gioia.
Nell’autunno 2021 ho ascoltato una trasmissione di Radio3, Uomini e profeti, il cui tema era la pratica della gioia. Per approfondire l’argomento venivano presentati due libri: Lessico della gioia di Lorenzo Gobbi e Filosofia della gioia di Isabella Guanzini. Mi aveva incuriosito l’insistenza dei due ospiti e del conduttore nel sottolineare la necessità di cercare la gioia e di praticarla. La gioia può essere ricercata e la si può vivere anche se siamo sofferenti, se viviamo una grave malattia, se le condizioni esterne non sono favorevoli al nostro buon umore. Ne sono esempi perfetti Etty Hillesum, Flannery O’Connor e Pia Pera. Dunque, è possibile vivere la gioia anche se le ‘cose non vanno per il verso giusto’. Ma come fare?
Ciò che a mio avviso allontana la gioia da un vissuto quotidiano è la pratica, che chiede persistenza e costanza. Eppure mostriamo di avere grandi doti nel vivere la sofferenza e il disagio, la lamentala e il rifiuto, ma non ne mostriamo altrettante per cercare i gesti che ci avvicinino alla gioia.
La pratica della gioia sarà il tema di quattro incontri di Biblioterapia nel prossimo autunno, ma desidero proporre quest’estate due conferenze gratuite, online, (darò maggiori informazioni più avanti), in cui anticiperò alcune delle pagine che saranno poi lette in seguito, facendole diventare, quelle pagine, tavoli di lavoro su sui riflettere insieme, scambiare osservazioni, esercitarci a praticare la gioia. Mi pare che sia un buon invito a cercare la gioia, a nutrirla, a farla diventare amica, a colloquiare con lei, a smascherarla, a chiederle di accompagnarci, ogni giorno, anche quando le cose non vanno come vorremmo. Mi piacerebbe fare questo ‘lavoro’ insieme ad altre persone. Sarà un modo per introdurre l’argomento e per iniziare a prendere in considerazione la possibilità che la gioia è perseguibile e praticabile e che non sia necessario attendere congiunture favorevoli esterne alla nostra vita quotidiana.